Manca poco alla Festa a mare agli Scogli di Sant’Anna e ormai si procede senza sosta alla costruzione delle barche allegoriche. Nella conferenza stampa di presentazione del programma, il direttore artistico di questa 82esima edizione della festa, Salvatore Ronga, ha definito quello della costruzione delle barche come momento fondamentale di coesione sociale, di creazione e consolidamento dei legami di gruppo. Quest’anno poi che si è accantonata la formula del Palio dei Comuni, la considerazione di Ronga suona ancora più convincente. Non è, e non è mai stata, infatti, la divisione amministrativa dei comuni la sorgente da cui scaturiscono le identità locali dell’isola d’Ischia.
Un ruolo decisamente più importante l’hanno giocato la natura e l’economia o, meglio ancora, la capacità di adattamento dell’uomo ai diversi ambienti dell’isola più grande del Golfo di Napoli. Basta pensare all’Epomeo e a quello che ha significato per gli abitanti di “Mer ‘e copp”, la parte alta dell’isola d’Ischia. Oppure alle fatiche dei pescatori della Mandra, minoranza “intensa” cui è toccato convivere con le paure ancestrali che solo un elemento ostile come l’acqua, il mare, è in grado di evocare.
Ancora, la “diversità” geografica e sociale di Procida che non ha un monte che occupa più di un terzo della sua superficie come Ischia, e che probabilmente per questo vanta una tradizione marinaresca così importante per un territorio di appena pochi chilometri quadrati.
Questi, sono alcuni dei “segni“ che finiscono nella costruzione delle barche e di cui pure Ronga ha parlato diffusamente in questi mesi di preparazione della Festa di Sant’Anna. Poi c’è il gioco, i bambini in spiaggia fianco a fianco dei grandi intenti a ultimare le loro scenografie per la Festa.
Manca poco, ma già si può dire che quella che ci apprestiamo a vivere sarà un’edizione unica. “Antichissima e nuovissima” sempre per bocca di Ronga, o forse “autentica“, come non la si vedeva da anni.